Fantastica visione

A poem published under a pseudonym, dedicated to Dante Alighieri.

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            <title>Alessandro Allegri's Fantastica visione (1613): A Basic TEI Edition</title>
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                <orgName>the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)</orgName>
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              <addrLine>360 Huntington Avenue</addrLine>
              <addrLine>Northeastern University</addrLine>
              <addrLine>Boston, MA 02115</addrLine>
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                <licence>Creative Commons BY-NC-SA</licence>
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            <note>Based on the copy in the Columbia University Library digitized by Google.</note>
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               <title>FANTASTICA VISIONE Di Parri da Pozzolatico, moderno in Piandigiullari. IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori.</title>
               <author>Allegri, Alessandro</author>
               <pubPlace>Lucca</pubPlace>
               <publisher>Not given</publisher>
               <date>1613</date>. 
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            <p>This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).</p>
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            <p>This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.</p>
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               <p>Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.</p>
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               <p>The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.</p>
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               <p>Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.</p>
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	<lb/>FANTASTICA
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 <docImprint>IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori.
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<pb n= "unnumbered 1"/>
<lb/>Lo Stampatore a’ Lettori.
<p><lb/>SEndomi stata mandata questa operina
<lb/> da vn Carissimo Padrone
<lb/>studiante in Balognia accio fattone
<lb/>più copie le donassi ad alcuni
<lb/>suoi amici, e miei Signori ho
<lb/>pensato, che stampandola seruirò meglio questi,
<lb/>e forse mi faro voi beneuoli; cosi sottò il torchio
<lb/>tiratone alcune, agl'uni, e gli altri l'inuio, con
<lb/>quello affetto ch'io desidero di seruire a tutti, riceuete
<lb/>con animo grato cosa, che ad ogni posessore
<lb/>di bona Lingua toscana è per piacere, e con speranza
<lb/>de hauer sempre da me qualche altro di
<lb/>nuouo; viuete felice.</p>
<pb n= "unnumbered 2"/>
<p>
<lb/>ALL' ONORANDISSIMO
<lb/>Messer Dante Alighieri.
<lb/>- NOn douerrebbe parer ostico, se non à qualche
<lb/>stomacuzzo di taffettà senz'acqua, perche,
<lb/>ogni regola patisce eccezzione, che interamente
<lb/>non sia riceuuta per vera questa; per la qual
<lb/>si afferma, che le cose nuoue, ò rinouate piacciono;
<lb/>Da trasecolar non è per tanto, se ogn’ vn non passa alla
<lb/>prima quella nouamente rinouata opinione cioè, che la
<lb/>terragira, io per me lascio abbaiar à sua posta chi non la difende,
<lb/>non l'approua se non per almeno per ch'io veggio
<lb/>intrafinefatta agguindolarsi gli huomini, che stanno in su la
<lb/>volubil terra quasi altretanti tornasoli fioriti. Egli è giuoco
<lb/>forza, dico pero, che si riuoltin'questi al voltolar di quella,
<lb/>non altrimente, che al girar del paleo il suo manico girandola:
<lb/>ed'arcolaiandosi costoro (come è non gli anno fuor
<lb/>del capo, che lor girauoltola) bisogna di necessita, che i lor
<lb/>ceruelli sene vadino alle gualchiere. Variate son di poi degli
<lb/>stessi huomini le girandole, conciosa cosa, che vadi attorno,
<lb/>o stia chiunche è in sul pallon terreno; e chi non và in
<lb/>differente modo si posa, e chi và in varia foggia si muoue; e
<lb/>cosi ciascheduno all'vnico girar della terra, diuersamente
<lb/>annaspa; scorse per questo vn certo non so chi, che sta in su
<lb/>questi rigiri, fino all'andar mulinando cosi, che giusto suo
<lb/>potere, è facesse traboccar dall'antica sua reputatione M.
<lb/>Gio: Boccacci, e qualunque altro scrittor del primo cerchio
<lb/>ed insieme insieme facesse, come dir alla ruzzola anche di
<lb/>què Fiorentini, che non giran quel frullone, il qual col gran
<lb/>suono assorda forse costui, benche lontano; come che non
<lb/>tremi cosi fatto strumento alle man d'ogni aggiratore: il
<pb n= "unnumbered 3"/>
<lb/>perche vedutolo vn altro capo fatto à tornio entrar in aspro
<lb/>torneamento con essi, fece loro il me’ che è seppe rotella di
<lb/>quattro girate di penna sopra le quali, parte, che le si aggirauan
<lb/>per le mani di questo, è di quello aurebbe fatto girar
<lb/>il torchio vno stampatore, che farebbe à girar con le rocchelle,
<lb/>se non era l'agguindolamento di certi ceruè fatti à oriuuoli,
<lb/>i quali voltoron sozzopra queste è mill'altri bellissimi
<lb/>pensieri, che erano in bilico. A mè finalmente (che fò non
<lb/>curandomene alla palla delle gireuoli burbanze di questo
<lb/>volubil abitato) per chiuder il ballo di queste girandole è
<lb/>venuto il capo giro di dar, come si dice, vn colpo al cerchio
<lb/>è vno alla botte, col mandar in volta, cioè, la presente giraffa
<lb/>piena di carrucoli scorrenti, per dimostrar in parte le
<lb/>mie non men che l'altrui, larghe girauolte: ma dubitando,
<lb/>che ella non si smarissi per l'intrigato laberinto del continuo
<lb/>volteggiar degli huomini oggirabili, ho saldamente risoluto
<lb/>di darne la briglia in mano à voi, il quale (vostra buona
<lb/>ventura è sapere) con tante sicure guide, partendoui di terra,
<lb/>e quiui ritornando, con marauigliosa ruota poteste gire,
<lb/>per tanti cerchi, spere, e gironi passando, dal più basso girello,
<lb/>alla più alta girella non lontano dalla quale, cosi mi gioua
<lb/>credere, viue lo spirito vostro, come tra noi la vostra fama,
<lb/>percioche quasi accorto nocchiere, stando in su le volte, sapeste
<lb/>far generosa, e bonissima resistenza all'impeto delle tempeste
<lb/>mondane; Viuete felice nell'opere vostre, e nelle menti,
<lb/>e nelle parole di tutti color’ che sonno di Piandigiullari
<lb/>quel giouedi, che si chiama il nipote di Berlingaccio, quest'
<lb/>anno 1612. all'vso nostro. -</p>
<lb/>A comandamenti vostri.
<lb/>Parri da Pozolatico.
<pb n= "unnumbered 4"/>
<lb/>OIme, chi fù, che disse
<lb/>Chi nasce matto non guarisce mai?
<lb/>E matto in quello scambio non iscrisse,
<lb/>(Ch’ era pur meglio assai)
<lb/>Chi nasce in questo mondo suenturato
<lb/>Sempre è malagurato
<lb/>Soll’ io ben , che lauoro à mazzastanga,
<lb/>Com' il bisogno vuole
<lb/>Con la Zappa è la vanga,
<lb/>Da che si leua, à che tramonta il Sole:
<lb/>E poi questo mi duole,
<lb/>La notte riposandomi alla paglia
<lb/>Vn monte , vn mar di sogni mi trauaglia.
<lb/>TVtta rinfocolata
<lb/>M’ apparisce, in sul buon dello smaltire
<lb/>Stanotte, vna gran donna appassionata
<lb/>E cominciami a dire
<lb/>Come tu vedi, Parri è bella posta,
<lb/>Ho salita la costa
<lb/>Per trouar vn, che dica à bocca aperta,
<lb/>Cioè nè più, nè meno,
<lb/>Perche la cosa è certa,
<lb/>Quel è il mio propio duol di che veleno
<lb/>Ho lo stomaco pieno:
<lb/>E sul poggio de’ Salli à bastalena
<lb/>Correndo, per la man preso mi mena.
<pb n= "unnumbered 5"/>
<lb/>QVi piantami è sedere.
<lb/>Ma per tornare vn passo è dietro, parte - 
<lb/>Ch’ andiam’ la guato, è veggio quella auere
<lb/>Fatta è gigli con arte 
<lb/>In capo vna ghirlanda di Rubini,
<lb/>E dal vezzo à calzini
<lb/>Scendele, e par di bianca grossagrana,
<lb/>Trinata à ramucelli
<lb/>D'alloro, vna sottana
<lb/>Di libri tempestata, è lioncelli
<lb/>Del color de capelli,
<lb/>E di raso dore fiorito è palle
<lb/>Rose ha legato vn gabban su le spalle.
<lb/>E quì piantami, dico,
<lb/>A seder l'alta dama ella pur ritta
<lb/>Standomi à canto è con vn ratto amico
<lb/>In su la spalla ritta
<lb/>Mi pon, disteso il braccio, la man manca
<lb/>Pastosa, lunga è bianca,
<lb/>Con l'altra, minacciando , vn parlar mozzo
<lb/>Gorgogliò in gola in gola,
<lb/>Imperocche il singhiozzo
<lb/>E il pianto gli impediron la parola:
<lb/>Ma pur con la pezzuola
<lb/>Agli occhi, profferisce ahi mura ahi mura
<lb/>Doue dell'altrui ben non è più cura.
<pb n= "unnumbered 6"/>
<lb/>QVanti stando à pigione -
<lb/>In questo mondo son nel vostro giro
<lb/>Ch'agognian ( bravo fin) l'occasione
<lb/>D'altrui far qualche tiro ?
<lb/>Ch’ ivi s’ astia non pur l’ altrui guadagno
<lb/>Ma l' onor del compagno:
<lb/>L'interesse di pochi, iui, ò la boria,
<lb/>Le fazzioni, ò l'errore
<lb/>Offuscan la mia gloria
<lb/>E puo figliuoli ingrati in voi l' vmore
<lb/>Piu che il materno amore
<lb/>Misera me ? cio detto si vien manco
<lb/>Tramortita, cadendo in sul mio fianco.
<lb/>QVasi morta s'abbioscia
<lb/>Quella Signora addossomi; per tanto
<lb/>Versano gli occhi miei per nuoua angoscia
<lb/>Vn diluuio di pianto:
<lb/>Si che dall'acqua, che dal mio quor viene
<lb/>Bagnata, ella rinuiene:
<lb/>Per ch'io le dico, aprire à mè vi piaccia
<lb/>La cagion di quel duolo,
<lb/>Che par, che vi disfaccia,
<lb/>Ben ch'io preto non sia vostro figliuolo,
<lb/>Non per dirlo à mè solo:
<lb/>Ma piu tosto per far ch’ vditol, poi
<lb/>Lo conti agli altri, è nè consoli voi.
<pb n= "unnumbered 7"/>
<lb/>QVel dirott’ io che sanno
<lb/>Comincia, per insin gli Zanaiuoli
<lb/>Retto quanto il mio duol tutto l'affanno
<lb/>Mi vien da miei figliuoli
<lb/>Come ? e della: va attorno vn quadernaccio
<lb/>Che lacera il Boccaccio, 
<lb/>pugne Dante il Petrarca, è gli altri affligge
<lb/>Padri di mia fauella,
<lb/>E mè con lor trafigge
<lb/>E 'alcun si risente (ò quest’ e bella)
<lb/>E l'onor mio puntella,
<lb/>Si rizza vn altro è dagli in su le dita
<lb/>À me tolto l'onor anzi la vita.
<lb/>ORa come tu vedi -
<lb/>Per lo particolar vano interesse
<lb/>Tosto impiagata è miei dal capo à piedi,
<lb/>E si fatte giochesse
<lb/>Si fanno all'Accademia vuiuersale,
<lb/>Con sua vergongna è male,
<lb/>Per rodersi ( e lo fanno à tutto pasto,
<lb/>O da senno è per baia)
<lb/>L'altre minori, e il basto
<lb/>Cosi ridotta io sono in fanciullaia,
<lb/>Per non dir frasconaia,
<lb/>Percio la penna si toe delle mani
<lb/>A miei cari, di me leuati i brani.
<lb/>CANZONE A QVESTA NVOVA.
<lb/>Il sonno, e il sogno mio piglio'l’ puleggio.
<lb/>Or tu, per non far peggio
<lb/>L'Altre Accademie, di son la rouina,
<lb/>Della grande Accademia Fiorentina.
<lb/>Parri da Pozzolatico.
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Alessandro Allegri's Fantastica visione (1613): A Basic TEI Edition Galileo’s Library Digitization Project Ingrid Horton OCR cleaning Jenna Albanese XML file creation the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)
360 Huntington Avenue Northeastern University Boston, MA 02115
Creative Commons BY-NC-SA
Based on the copy in the Columbia University Library digitized by Google. FANTASTICA VISIONE Di Parri da Pozzolatico, moderno in Piandigiullari. IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori. Allegri, Alessandro Lucca Not given 1613.

This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).

This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.

Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.

The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.

Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").

Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.

FANTASTICA VISIONE Di Parri da Pozzolatico, moderno in Piandigiullari. IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori. Lo Stampatore a’ Lettori.

SEndomi stata mandata questa operina da vn Carissimo Padrone studiante in Balognia accio fattone più copie le donassi ad alcuni suoi amici, e miei Signori ho pensato, che stampandola seruirò meglio questi, e forse mi faro voi beneuoli; cosi sottò il torchio tiratone alcune, agl'uni, e gli altri l'inuio, con quello affetto ch'io desidero di seruire a tutti, riceuete con animo grato cosa, che ad ogni posessore di bona Lingua toscana è per piacere, e con speranza de hauer sempre da me qualche altro di nuouo; viuete felice.

ALL' ONORANDISSIMO Messer Dante Alighieri. - NOn douerrebbe parer ostico, se non à qualche stomacuzzo di taffettà senz'acqua, perche, ogni regola patisce eccezzione, che interamente non sia riceuuta per vera questa; per la qual si afferma, che le cose nuoue, ò rinouate piacciono; Da trasecolar non è per tanto, se ogn’ vn non passa alla prima quella nouamente rinouata opinione cioè, che la terragira, io per me lascio abbaiar à sua posta chi non la difende, non l'approua se non per almeno per ch'io veggio intrafinefatta agguindolarsi gli huomini, che stanno in su la volubil terra quasi altretanti tornasoli fioriti. Egli è giuoco forza, dico pero, che si riuoltin'questi al voltolar di quella, non altrimente, che al girar del paleo il suo manico girandola: ed'arcolaiandosi costoro (come è non gli anno fuor del capo, che lor girauoltola) bisogna di necessita, che i lor ceruelli sene vadino alle gualchiere. Variate son di poi degli stessi huomini le girandole, conciosa cosa, che vadi attorno, o stia chiunche è in sul pallon terreno; e chi non và in differente modo si posa, e chi và in varia foggia si muoue; e cosi ciascheduno all'vnico girar della terra, diuersamente annaspa; scorse per questo vn certo non so chi, che sta in su questi rigiri, fino all'andar mulinando cosi, che giusto suo potere, è facesse traboccar dall'antica sua reputatione M. Gio: Boccacci, e qualunque altro scrittor del primo cerchio ed insieme insieme facesse, come dir alla ruzzola anche di què Fiorentini, che non giran quel frullone, il qual col gran suono assorda forse costui, benche lontano; come che non tremi cosi fatto strumento alle man d'ogni aggiratore: il perche vedutolo vn altro capo fatto à tornio entrar in aspro torneamento con essi, fece loro il me’ che è seppe rotella di quattro girate di penna sopra le quali, parte, che le si aggirauan per le mani di questo, è di quello aurebbe fatto girar il torchio vno stampatore, che farebbe à girar con le rocchelle, se non era l'agguindolamento di certi ceruè fatti à oriuuoli, i quali voltoron sozzopra queste è mill'altri bellissimi pensieri, che erano in bilico. A mè finalmente (che fò non curandomene alla palla delle gireuoli burbanze di questo volubil abitato) per chiuder il ballo di queste girandole è venuto il capo giro di dar, come si dice, vn colpo al cerchio è vno alla botte, col mandar in volta, cioè, la presente giraffa piena di carrucoli scorrenti, per dimostrar in parte le mie non men che l'altrui, larghe girauolte: ma dubitando, che ella non si smarissi per l'intrigato laberinto del continuo volteggiar degli huomini oggirabili, ho saldamente risoluto di darne la briglia in mano à voi, il quale (vostra buona ventura è sapere) con tante sicure guide, partendoui di terra, e quiui ritornando, con marauigliosa ruota poteste gire, per tanti cerchi, spere, e gironi passando, dal più basso girello, alla più alta girella non lontano dalla quale, cosi mi gioua credere, viue lo spirito vostro, come tra noi la vostra fama, percioche quasi accorto nocchiere, stando in su le volte, sapeste far generosa, e bonissima resistenza all'impeto delle tempeste mondane; Viuete felice nell'opere vostre, e nelle menti, e nelle parole di tutti color’ che sonno di Piandigiullari quel giouedi, che si chiama il nipote di Berlingaccio, quest' anno 1612. all'vso nostro. -

A comandamenti vostri. Parri da Pozolatico. OIme, chi fù, che disse Chi nasce matto non guarisce mai? E matto in quello scambio non iscrisse, (Ch’ era pur meglio assai) Chi nasce in questo mondo suenturato Sempre è malagurato Soll’ io ben , che lauoro à mazzastanga, Com' il bisogno vuole Con la Zappa è la vanga, Da che si leua, à che tramonta il Sole: E poi questo mi duole, La notte riposandomi alla paglia Vn monte , vn mar di sogni mi trauaglia. TVtta rinfocolata M’ apparisce, in sul buon dello smaltire Stanotte, vna gran donna appassionata E cominciami a dire Come tu vedi, Parri è bella posta, Ho salita la costa Per trouar vn, che dica à bocca aperta, Cioè nè più, nè meno, Perche la cosa è certa, Quel è il mio propio duol di che veleno Ho lo stomaco pieno: E sul poggio de’ Salli à bastalena Correndo, per la man preso mi mena. QVi piantami è sedere. Ma per tornare vn passo è dietro, parte - Ch’ andiam’ la guato, è veggio quella auere Fatta è gigli con arte In capo vna ghirlanda di Rubini, E dal vezzo à calzini Scendele, e par di bianca grossagrana, Trinata à ramucelli D'alloro, vna sottana Di libri tempestata, è lioncelli Del color de capelli, E di raso dore fiorito è palle Rose ha legato vn gabban su le spalle. E quì piantami, dico, A seder l'alta dama ella pur ritta Standomi à canto è con vn ratto amico In su la spalla ritta Mi pon, disteso il braccio, la man manca Pastosa, lunga è bianca, Con l'altra, minacciando , vn parlar mozzo Gorgogliò in gola in gola, Imperocche il singhiozzo E il pianto gli impediron la parola: Ma pur con la pezzuola Agli occhi, profferisce ahi mura ahi mura Doue dell'altrui ben non è più cura. QVanti stando à pigione - In questo mondo son nel vostro giro Ch'agognian ( bravo fin) l'occasione D'altrui far qualche tiro ? Ch’ ivi s’ astia non pur l’ altrui guadagno Ma l' onor del compagno: L'interesse di pochi, iui, ò la boria, Le fazzioni, ò l'errore Offuscan la mia gloria E puo figliuoli ingrati in voi l' vmore Piu che il materno amore Misera me ? cio detto si vien manco Tramortita, cadendo in sul mio fianco. QVasi morta s'abbioscia Quella Signora addossomi; per tanto Versano gli occhi miei per nuoua angoscia Vn diluuio di pianto: Si che dall'acqua, che dal mio quor viene Bagnata, ella rinuiene: Per ch'io le dico, aprire à mè vi piaccia La cagion di quel duolo, Che par, che vi disfaccia, Ben ch'io preto non sia vostro figliuolo, Non per dirlo à mè solo: Ma piu tosto per far ch’ vditol, poi Lo conti agli altri, è nè consoli voi. QVel dirott’ io che sanno Comincia, per insin gli Zanaiuoli Retto quanto il mio duol tutto l'affanno Mi vien da miei figliuoli Come ? e della: va attorno vn quadernaccio Che lacera il Boccaccio, pugne Dante il Petrarca, è gli altri affligge Padri di mia fauella, E mè con lor trafigge E 'alcun si risente (ò quest’ e bella) E l'onor mio puntella, Si rizza vn altro è dagli in su le dita À me tolto l'onor anzi la vita. ORa come tu vedi - Per lo particolar vano interesse Tosto impiagata è miei dal capo à piedi, E si fatte giochesse Si fanno all'Accademia vuiuersale, Con sua vergongna è male, Per rodersi ( e lo fanno à tutto pasto, O da senno è per baia) L'altre minori, e il basto Cosi ridotta io sono in fanciullaia, Per non dir frasconaia, Percio la penna si toe delle mani A miei cari, di me leuati i brani. CANZONE A QVESTA NVOVA. Il sonno, e il sogno mio piglio'l’ puleggio. Or tu, per non far peggio L'Altre Accademie, di son la rouina, Della grande Accademia Fiorentina. Parri da Pozzolatico.

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Alessandro Allegri's Fantastica visione (1613): A Basic TEI Edition Galileo’s Library Digitization Project Ingrid Horton OCR cleaning Jenna Albanese XML file creation the TEI Archiving, Publishing, and Access Service (TAPAS)
360 Huntington Avenue Northeastern University Boston, MA 02115
Creative Commons BY-NC-SA
Based on the copy in the Columbia University Library digitized by Google. FANTASTICA VISIONE Di Parri da Pozzolatico, moderno in Piandigiullari. IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori. Allegri, Alessandro Lucca Not given 1613.

This TEI edition is part of a project to create accurate, machine-readable versions of books known to have been in the library of Galileo Galilei (1563-1642).

This work was chosen to maintain a balance in the corpus of works by Galileo, his opponents, and authors not usually studied in the history of science.

Lists of errata have not been incorporated into the text. Typos have not been corrected.

The letters u and v, often interchangeable in early Italian books, are reproduced as found or as interpreted by the OCR algorithm. Punctuation has been maintained. The goal is an unedited late Renaissance text for study.

Hyphenation has been maintained unless it pertains to a line break (see "segmentation").

Word breaks across lines have not been maintained. The word appears in the line in which the first letters were printed. Words broken across pages appear on the page on which the first letters appear. Catch words are not included.

FANTASTICA VISIONE Di Parri da Pozzolatico, moderno in Piandigiullari. IN LVCCA, MDC. XIII. Con Licenza de Superiori. Lo Stampatore a’ Lettori.

SEndomi stata mandata questa operina da vn Carissimo Padrone studiante in Balognia accio fattone più copie le donassi ad alcuni suoi amici, e miei Signori ho pensato, che stampandola seruirò meglio questi, e forse mi faro voi beneuoli; cosi sottò il torchio tiratone alcune, agl'uni, e gli altri l'inuio, con quello affetto ch'io desidero di seruire a tutti, riceuete con animo grato cosa, che ad ogni posessore di bona Lingua toscana è per piacere, e con speranza de hauer sempre da me qualche altro di nuouo; viuete felice.

ALL' ONORANDISSIMO Messer Dante Alighieri. - NOn douerrebbe parer ostico, se non à qualche stomacuzzo di taffettà senz'acqua, perche, ogni regola patisce eccezzione, che interamente non sia riceuuta per vera questa; per la qual si afferma, che le cose nuoue, ò rinouate piacciono; Da trasecolar non è per tanto, se ogn’ vn non passa alla prima quella nouamente rinouata opinione cioè, che la terragira, io per me lascio abbaiar à sua posta chi non la difende, non l'approua se non per almeno per ch'io veggio intrafinefatta agguindolarsi gli huomini, che stanno in su la volubil terra quasi altretanti tornasoli fioriti. Egli è giuoco forza, dico pero, che si riuoltin'questi al voltolar di quella, non altrimente, che al girar del paleo il suo manico girandola: ed'arcolaiandosi costoro (come è non gli anno fuor del capo, che lor girauoltola) bisogna di necessita, che i lor ceruelli sene vadino alle gualchiere. Variate son di poi degli stessi huomini le girandole, conciosa cosa, che vadi attorno, o stia chiunche è in sul pallon terreno; e chi non và in differente modo si posa, e chi và in varia foggia si muoue; e cosi ciascheduno all'vnico girar della terra, diuersamente annaspa; scorse per questo vn certo non so chi, che sta in su questi rigiri, fino all'andar mulinando cosi, che giusto suo potere, è facesse traboccar dall'antica sua reputatione M. Gio: Boccacci, e qualunque altro scrittor del primo cerchio ed insieme insieme facesse, come dir alla ruzzola anche di què Fiorentini, che non giran quel frullone, il qual col gran suono assorda forse costui, benche lontano; come che non tremi cosi fatto strumento alle man d'ogni aggiratore: il perche vedutolo vn altro capo fatto à tornio entrar in aspro torneamento con essi, fece loro il me’ che è seppe rotella di quattro girate di penna sopra le quali, parte, che le si aggirauan per le mani di questo, è di quello aurebbe fatto girar il torchio vno stampatore, che farebbe à girar con le rocchelle, se non era l'agguindolamento di certi ceruè fatti à oriuuoli, i quali voltoron sozzopra queste è mill'altri bellissimi pensieri, che erano in bilico. A mè finalmente (che fò non curandomene alla palla delle gireuoli burbanze di questo volubil abitato) per chiuder il ballo di queste girandole è venuto il capo giro di dar, come si dice, vn colpo al cerchio è vno alla botte, col mandar in volta, cioè, la presente giraffa piena di carrucoli scorrenti, per dimostrar in parte le mie non men che l'altrui, larghe girauolte: ma dubitando, che ella non si smarissi per l'intrigato laberinto del continuo volteggiar degli huomini oggirabili, ho saldamente risoluto di darne la briglia in mano à voi, il quale (vostra buona ventura è sapere) con tante sicure guide, partendoui di terra, e quiui ritornando, con marauigliosa ruota poteste gire, per tanti cerchi, spere, e gironi passando, dal più basso girello, alla più alta girella non lontano dalla quale, cosi mi gioua credere, viue lo spirito vostro, come tra noi la vostra fama, percioche quasi accorto nocchiere, stando in su le volte, sapeste far generosa, e bonissima resistenza all'impeto delle tempeste mondane; Viuete felice nell'opere vostre, e nelle menti, e nelle parole di tutti color’ che sonno di Piandigiullari quel giouedi, che si chiama il nipote di Berlingaccio, quest' anno 1612. all'vso nostro. -

A comandamenti vostri. Parri da Pozolatico. OIme, chi fù, che disse Chi nasce matto non guarisce mai? E matto in quello scambio non iscrisse, (Ch’ era pur meglio assai) Chi nasce in questo mondo suenturato Sempre è malagurato Soll’ io ben , che lauoro à mazzastanga, Com' il bisogno vuole Con la Zappa è la vanga, Da che si leua, à che tramonta il Sole: E poi questo mi duole, La notte riposandomi alla paglia Vn monte , vn mar di sogni mi trauaglia. TVtta rinfocolata M’ apparisce, in sul buon dello smaltire Stanotte, vna gran donna appassionata E cominciami a dire Come tu vedi, Parri è bella posta, Ho salita la costa Per trouar vn, che dica à bocca aperta, Cioè nè più, nè meno, Perche la cosa è certa, Quel è il mio propio duol di che veleno Ho lo stomaco pieno: E sul poggio de’ Salli à bastalena Correndo, per la man preso mi mena. QVi piantami è sedere. Ma per tornare vn passo è dietro, parte - Ch’ andiam’ la guato, è veggio quella auere Fatta è gigli con arte In capo vna ghirlanda di Rubini, E dal vezzo à calzini Scendele, e par di bianca grossagrana, Trinata à ramucelli D'alloro, vna sottana Di libri tempestata, è lioncelli Del color de capelli, E di raso dore fiorito è palle Rose ha legato vn gabban su le spalle. E quì piantami, dico, A seder l'alta dama ella pur ritta Standomi à canto è con vn ratto amico In su la spalla ritta Mi pon, disteso il braccio, la man manca Pastosa, lunga è bianca, Con l'altra, minacciando , vn parlar mozzo Gorgogliò in gola in gola, Imperocche il singhiozzo E il pianto gli impediron la parola: Ma pur con la pezzuola Agli occhi, profferisce ahi mura ahi mura Doue dell'altrui ben non è più cura. QVanti stando à pigione - In questo mondo son nel vostro giro Ch'agognian ( bravo fin) l'occasione D'altrui far qualche tiro ? Ch’ ivi s’ astia non pur l’ altrui guadagno Ma l' onor del compagno: L'interesse di pochi, iui, ò la boria, Le fazzioni, ò l'errore Offuscan la mia gloria E puo figliuoli ingrati in voi l' vmore Piu che il materno amore Misera me ? cio detto si vien manco Tramortita, cadendo in sul mio fianco. QVasi morta s'abbioscia Quella Signora addossomi; per tanto Versano gli occhi miei per nuoua angoscia Vn diluuio di pianto: Si che dall'acqua, che dal mio quor viene Bagnata, ella rinuiene: Per ch'io le dico, aprire à mè vi piaccia La cagion di quel duolo, Che par, che vi disfaccia, Ben ch'io preto non sia vostro figliuolo, Non per dirlo à mè solo: Ma piu tosto per far ch’ vditol, poi Lo conti agli altri, è nè consoli voi. QVel dirott’ io che sanno Comincia, per insin gli Zanaiuoli Retto quanto il mio duol tutto l'affanno Mi vien da miei figliuoli Come ? e della: va attorno vn quadernaccio Che lacera il Boccaccio, pugne Dante il Petrarca, è gli altri affligge Padri di mia fauella, E mè con lor trafigge E 'alcun si risente (ò quest’ e bella) E l'onor mio puntella, Si rizza vn altro è dagli in su le dita À me tolto l'onor anzi la vita. ORa come tu vedi - Per lo particolar vano interesse Tosto impiagata è miei dal capo à piedi, E si fatte giochesse Si fanno all'Accademia vuiuersale, Con sua vergongna è male, Per rodersi ( e lo fanno à tutto pasto, O da senno è per baia) L'altre minori, e il basto Cosi ridotta io sono in fanciullaia, Per non dir frasconaia, Percio la penna si toe delle mani A miei cari, di me leuati i brani. CANZONE A QVESTA NVOVA. Il sonno, e il sogno mio piglio'l’ puleggio. Or tu, per non far peggio L'Altre Accademie, di son la rouina, Della grande Accademia Fiorentina. Parri da Pozzolatico.